Bolzano, Göttingen, 12 agosto 2022
La Ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock si è espressa finalmente con chiare parole a favore del rilascio dell’oppositore Osman Kavala in Turchia. La signora Baerbock ha posto fine al lungo silenzio sulla soppressione della libertà di espressione da parte del governo Erdogan e su questo aspetto sia l’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) sia l’Associazione Internazionale per i Diritti Umani (IGFM) lodano la presa di posizione. Ma quando si tratta della persecuzione e dell’oppressione dei curdi, il governo tedesco rimane spesso in silenzio, criticano le organizzazioni per i diritti umani.
Diverse domande sono certamente scomode, ma devono essere poste, dicono gli attivisti per i diritti umani: perché il governo tedesco, nello specifico, ha ignorato per anni gli attacchi dell’esercito turco contro le minoranze e le amministrazioni autonome nelle zone di confine della Siria e dell’Iraq? Perché la catastrofica situazione dei diritti umani dei curdi in Iran non è un problema? “Gli attacchi militari turchi e il terrore delle milizie finanziate da Ankara destabilizzano l’intera regione. Numerose persone sono costrette a fuggire. Erdogan vuole imporre un Islam sunnita radicale a coloro che restano. Sta islamizzando e ottomanizzando con la forza le aree con la costruzione di moschee e scuole coraniche, al fine di eliminare la cultura, l’ordine e i costumi religiosi originari. Le vittime non sono solo curdi, ma anche yazidi e cristiani assiri”, afferma Martin Lessenthin, portavoce dell’IGFM.
L’Associazione per i popoli Minacciati critica anche la leadership turca sotto Erdogan che vuole far perseguire o addirittura estradare in Turchia i curdi che vivono in Germania e nel resto dell’UE: chiunque manifesti pubblicamente con i colori curdi, chieda la libertà per i prigionieri politici o porti con sé i simboli delle organizzazioni curde non deve essere criminalizzato! Chi tace sulle violazioni dei diritti umani di Erdogan e mostra costantemente comprensione per gli interessi di sicurezza della Turchia, accetta i crimini di guerra di oggi e i genocidi di domani. Se l’Unione Europea e la NATO vogliono rimanere credibili, non devono giustificare, banalizzare o sostenere le guerre di aggressione di Erdogan contro i curdi e altre minoranze.
Secondo gli attivisti per i diritti umani, il rapido deterioramento della situazione dei diritti umani nell’area di influenza di Erdogan rappresenta un pericolo per l’Europa e la NATO. Ad esempio, l’interferenza turca contro gli Armeni nel Nagorno-Karabakh e sul territorio di Svezia, Germania e di altri Stati dell’UE non deve essere tollerata. Tutte le violazioni dei diritti umani provenienti dalla Turchia devono essere rese pubbliche e fermate.