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30 anni di messa al bando del PKK (27 novembre). Il divieto del PKK è diventato uno strumento per criminalizzare la solidarietà

Bolzano, Göttingen, 23 novembre 2023

Campo profughi nella regione di Shahba, nord di Aleppo, Siria del Nord. Foto: Kamal Sido / GfbV 2019.

In occasione del 30. anniversario della messa al bando del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), avvenuta il 27 novembre 1993, l’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) chiede un approccio diverso alla messa al bando: “negli ultimi anni abbiamo ripetutamente chiesto la revoca del bando. Attualmente non ha senso ripetere questa richiesta. In Europa soprattutto l’attuale governo tedesco è fermamente schierato dalla parte dello Stato turco e ha ripetutamente mostrato comprensione per le sue violenze contro i curdi in Turchia, nonché per le guerre nel nord della Siria e gli attacchi al nord dell’Iraq, che violano il diritto internazionale. L’opinione pubblica non deve permettere che il divieto del PKK venga strumentalizzato per criminalizzare la solidarietà con la popolazione curda contro il tiranno Erdogan e gli islamisti.

A quanto pare, il bando del PKK e la “lotta al terrorismo” servono a giustificare l’incondizionato sostegno politico, diplomatico, finanziario e militare del governo tedesco alla Turchia. Se il governo tedesco fosse preoccupato per la politica del PKK, avrebbe messo all’ordine del giorno di qualche organismo internazionale almeno una volta le violazioni dei diritti umani e i crimini di guerra della Turchia contro i curdi e altre minoranze o le due invasioni nel nord della Siria, che violano il diritto internazionale. A causa del divieto del PKK, qualsiasi curdo in Germania può essere portato in tribunale se espone una bandiera della milizia curdo-siriana YPG durante una manifestazione. Si tratta di un’organizzazione militare di primo piano all’interno delle Forze Democratiche Siriane, che combattono il cosiddetto “Stato Islamico” e altri gruppi islamisti radicali. È un importante fattore di stabilizzazione nella regione, importante anche per la sicurezza di Israele. Anche l’ostacolo agli aiuti umanitari per i curdi attaccati dall’IS e dalla Turchia nel nord della Siria è giustificato dal divieto del PKK.

Nonostante tutte le critiche alle politiche del PKK, gli attacchi al PKK indeboliscono i curdi e le altre minoranze nel loro complesso e rafforzano l’IS e gli altri islamisti tollerati o direttamente sostenuti da Erdogan. In questo contesto, l’APM ha ripetutamente fatto appello a entrambe le parti, Turchia e PKK, affinché mettano a tacere le armi, pongano fine alla violenza e si sforzino di trovare una soluzione pacifica alla questione curda attraverso una mediazione internazionale.

L’APM esige il rigoroso rispetto della legge da parte dei curdi che simpatizzano con il PKK e chiede la revoca del divieto. Chiunque provochi o addirittura attacchi la polizia durante le manifestazioni di solidarietà per i curdi deve essere immediatamente allontanato dai ranghi dei manifestanti e consegnato alla giustizia. Al di là del riconoscimento dell’impegno dei singoli per la causa curda, un comportamento aggressivo non può né contribuire alla revoca del bando del PKK né essere utile per la causa curda. Un cambiamento nella politica turca del governo tedesco è possibile solo con un ampio sostegno da parte del centro della società.