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App finanziata dall'UE discrimina le minoranze

Elezioni in Myanmar

Un campo profughi dei Rohingya in Bangladesh. Foto: EU/ECHO/Pierre Prakash via Flickr. Un campo profughi dei Rohingya in Bangladesh. Foto: EU/ECHO/Pierre Prakash via Flickr.

In occasione delle elezioni in Myanmar, che si terranno l’8 novembre, è stata recentemente presentata l’applicazione “mVoter 2020”, in cui è possibile accedere alle informazioni su tutti i candidati. In questa app sono elencate anche le categorie “etnia” e “religione”. Per i pochi rohingya ammessi alla candidatura, l’app usa il termine peggiorativo “bengalese”, come criticato dall’Associazione per i popoli minacciati (APM). Questo aspetto nega già l’esistenza dei Rohingya come gruppo etnico indipendente. Gli Stati finanziatori non devono permettere che il risentimento venga fomentato e che i candidati appartenenti a minoranze etniche vengano discriminati mettendo in evidenza categorie non importanti dal punto di vista del contenuto. Le categorie discriminatorie devono essere eliminate dall’app. Sono gli atteggiamenti politici e i meriti dei candidati alle elezioni ad essere sono centrali e non la loro origine etnica.

Secondo Justice for Myanmar, l’applicazione è stata sviluppata nell’ambito del progetto STEP Democracy Project finanziato dall’UE, di cui uno dei beneficiari è la Commissione elettorale del Myanmar (UEC). Tuttavia, l’organizzazione operativa più importante è International IDEA, che lavora per conto degli Stati membri dell’UE ed è finanziata anche dalla Germania. International IDEA ha risposto alle critiche sull’app eliminando da Internet e dai social media le registrazioni del suo ruolo nello sviluppo dell’app e dei finanziamenti dell’UE che la sostengono. Il capo della missione IDEA da allora ha affermato che i media e le organizzazioni per i diritti umani stanno diffondendo disinformazione. Una delle organizzazioni partner di STEP Democracy, che l’UEC sostiene istituzionalmente con fondi UE, è la Democracy Reporting International con sede in Germania.

L’APM chiede all’UE di garantire che le elezioni si svolgano secondo standard democratici internazionali e nel rispetto dei diritti umani. Gli Stati dell’UE e le organizzazioni internazionali rischiano di diventare complici dello sradicamento dell’identità rohingya. Dovrebbero invece insistere affinché i loro fondi contribuiscano alla democratizzazione e promuovano l’uguaglianza di tutte le nazionalità nel processo elettorale. L’UE non deve lasciarsi strumentalizzare per gli interessi del governo civile e dei militari. Deve invece combattere il razzismo, il nazionalismo e l’islamofobia tanto attivamente in Myanmar quanto in Europa.

Yadanar Maung, portavoce di Justice For Myanmar, ha dichiarato all’APM: “È necessario agire con urgenza prima che la pubblicazione di questi dati razzisti e discriminatori provochi ulteriori danni. Ci aspettiamo che la Germania, in quanto membro dell’UE e sostenitore di IDEA, faccia pressione affinché l’app vada offline – fino a quando le categorie “etnia” e “religione” non saranno completamente eliminate. Altrimenti la Germania sarebbe in parte responsabile della negazione dell’identità rohingya”.