Bolzano, Göttingen, 21 luglio 2022
Papa Francesco deve garantire che le famiglie indigene in Canada siano risarcite per le sofferenze inflitte ai loro figli nei collegi. È quanto chiede l’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) al Pontefice, che domenica inizierà un “viaggio di penitenza” di sei giorni in Canada. Le scuse personali ai sopravvissuti delle cosiddette scuole residenziali sono benvenute, ma non sono affatto sufficienti a compensare la grave colpa della Chiesa cattolica per la morte e la traumatizzazione di tanti bambini indigeni. È necessario anche un risarcimento finanziario concreto, come già avviene per le vittime di abusi da parte della Chiesa cattolica in Europa.
Tra la metà del XIX secolo e il 1996, in Canada più di 150.000 bambini sono stati strappati alle loro famiglie e mandati in collegi. Più di 3.200 alunni non sono sopravvissuti agli abusi e alle violenze sessuali. Il 70% delle 130 scuole era gestito dalla Chiesa cattolica.
Quello che è successo allora è orribile: i bambini piccoli sono stati sistematicamente separati dai loro genitori, sono cresciuti in case senza amore, sono stati picchiati, abusati e torturati psicologicamente con la motivazione che dovevano essere assimilati. I bambini che non sopravvivevano a questa situazione venivano di solito sepolti in tombe senza nome, senza che i loro genitori ne fossero informati. La Chiesa cattolica deve essere accusata per aver giocato un ruolo di primo piano in tutto questo e di aver sostenuto il sistema statale di oppressione delle First Nations, dei Metis e degli Inuit. Ora ci deve essere un risarcimento anche da parte della Chiesa.
Le popolazioni indigene soffrono ancora oggi per il trauma inflitto loro nelle scuole residenziali. Non c’è ancora un accesso libero ai documenti della chiesa su queste scuole residenziali per i sopravvissuti, i genitori e i parenti. È quasi impossibile per loro saperne di più sulla sorte dei loro figli morti o anche sui nomi dei responsabili. E infine i responsabili ancora in vita di questi crimini devono essere chiamati a rispondere delle loro azioni!