Bolzano, Göttingen, 19 dicembre 2024
L’Associazione per i popoli minacciati (APM) accoglie con favore la decisione della Commissione europea di mantenere la pressione sulla Serbia in merito ai negoziati di adesione all’UE e mette in guardia da un’escalation della situazione nel Paese. Da settimane i cittadini manifestano contro il governo di Aleksandar Vučić. A scatenare la protesta è stato il crollo del tetto in cemento armato della stazione ferroviaria di Novi Sad, la seconda città più grande della Serbia, avvenuto il 1. novembre e che ha causato la morte di 15 persone e due feriti gravi.
Il popolo serbo ne ha abbastanza. Le manifestazioni che chiedono un’indagine obiettiva sul crollo si stanno diffondendo in tutto il Paese. Sono guidate da studenti e giovani che chiedono un cambiamento. Il governo e le autorità serbe stanno reagendo alle proteste con repressione e arresti. Con il diffondersi delle proteste, aumenta il rischio che le autorità intraprendano azioni ancora più violente contro i manifestanti.
Per attirare l’attenzione sulla drammatica situazione in Serbia, la Coalizione per la libertà dei media in Serbia ha lanciato un appello ai giornalisti europei, invitandoli a raccontare “la lotta dei cittadini serbi per la libertà e contro il regime autocratico di Aleksandar Vučić”.
L’APM sostiene l’appello dei giornalisti serbi. Sono i principali difensori dei valori democratici e si battono per la trasparenza, la responsabilità, la verità e la giustizia in una regione segnata dal genocidio, dalla pulizia etnica e dalla persecuzione delle minoranze e dove i politici etno-nazionalisti continuano a promuovere i conflitti interetnici.
Aleksandar Vučić, coinvolto nelle atrocità delle guerre balcaniche degli anni ’90 e ostinato negatore del ruolo del suo Paese nel genocidio di Srebrenica, caratterizza una cultura politica di criminalità, insabbiamento e corruzione in Serbia. Dire la verità comporta il rischio di intimidazioni, tra cui le minacce di morte e il serio rischio di essere assassinati. I giornalisti serbi hanno quindi bisogno della nostra solidarietà.