Bolzano, Göttingen, 18 marzo 2025

In vista dei tagli dell’amministrazione Trump alle emittenti straniere statunitensi, l’Associazione per i popoli minacciati (APM) chiede all’UE di sostenere gli investimenti dell’UE per la creazione di un’emittente straniera paneuropea per la denuncia delle dittature. I media Voice of America, Radio Free Europe/Radio Liberty e Radio Free Asia forniscono informazioni insostituibili sulla situazione dei diritti umani nei regimi dittatoriali. Forniscono un servizio importante all’opinione pubblica e alla politica degli Stati democratici. Se queste informazioni vengono interrotte, sarà ancora più difficile contrastare la propaganda di Xi Jinping, Vladimir Putin e Co.
Le dittature come la Cina spendono sempre più denaro per depurare i rapporti che appaiono in numerose lingue. L’UE deve fare qualcosa per contrastare questo fenomeno. Se i vari partiti europei sono seriamente intenzionati a realizzare una politica estera e di sicurezza europea coordinata, allora dovrebbero cogliere l’occasione per fare una campagna a livello europeo per la creazione di un’emittente europea per la quale lavorino, ad esempio, anche persone di madrelingua uigura o tibetana.
Per quanto riguarda i crimini cinesi contro gli uiguri, i tibetani e i mongoli, Radio Free Asia e Voice of America riferiscono in varie lingue sulle regioni della periferia cinese sulla base di una conoscenza approfondita del Paese e della lingua. I tibetani fuori dal Tibet possono informarsi ampiamente e in tibetano sulla situazione della loro vecchia patria attraverso le emittenti straniere statunitensi. Se queste fonti di informazione vengono tagliate, anche il legame tra il Tibet e la diaspora tibetana ne risentirà. I giornalisti uiguri di Radio Free Asia hanno scoperto informazioni scioccanti sulla situazione nel Turkestan orientale. Insieme a sopravvissuti, scienziati e politici impegnati, le ricerche di Voice of America e Radio Free Asia hanno rivelato la portata del genocidio cinese. L’Europa ha l’obbligo etico e l’interesse a continuare a ricevere informazioni sulla situazione all’interno della Cina che non provengano dal governo cinese e che forniscano una base migliore per le decisioni di politica di sicurezza.