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Elezioni presidenziali in Turchia: la deriva antidemocratica di Erdogan è in atto ormai da anni

Bolzano, Göttingen, 9 maggio 2023

Campo profughi nella regione di Shahba, nord di Aleppo, Siria del Nord. Foto: Kamal Sido / GfbV 2019.

L’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) e l’Associazione dei Giovani Aleviti in Germania (BDAJ) denunciano che le prossime elezioni in Turchia non saranno regolari. Per anni, il presidente Recep Tayyip Erdoğan e il suo partito AKP hanno lavorato per minare le strutture democratiche del Paese. Per mobilitare il suo elettorato conservatore, Erdoğan si basa sempre più sull’agitazione contro le minoranze etniche e religiose. Il regime di Erdoğan è orientato a mantenere il potere. Sono anni che sta preparando il terreno per questo obiettivo: ha fatto arrestare i membri dell’opposizione e ha riempito tribunali ed autorità varie di membri di partito. È quindi più che discutibile che le prossime elezioni possano rispettare standard democratici.

Nelle ultime settimane, centinaia di membri di organizzazioni critiche del regime, operatori artistici e dei media e membri dell’opposizione sono stati imprigionati, sempre con il pretesto di essere vicini a “gruppi terroristici”. “Questo metodo va di pari passo con il tentativo di mettere al bando il secondo più grande partito di opposizione, l’HDP, e di far sì che tribunali lealisti emettano divieti politici”, ha dichiarato Helin Tufan, presidente nazionale del BDAJ. L’HDP, partito filo-curdo, potrebbe essere messo al bando prima delle elezioni presidenziali e parlamentari del prossimo 14 maggio. Per questo si presenterà alle elezioni attraverso la lista del Partito dei Verdi e della Sinistra (Yeşiller ve Sol Gelecek Partisi).

Dal tentativo di colpo di Stato del 2016, il presidente turco ha sistematicamente epurato i ministeri e le forze armate. Ancora oggi, i dipendenti statali vengono intimiditi con incursioni e perquisizioni a tappeto e quindi messi in riga. Quelli che non si allineano vengono arrestati e i posti vacanti vengono occupati con i loro stessi uomini. Il regime esercita ora un ampio controllo sulle autorità e sui tribunali. Quando i risultati delle elezioni vengono contestati, l’AKP si trova in una posizione imbattibile.

La persecuzione degli esponenti dell’opposizione, delle minoranze etniche e religiose e di chiunque minacci il potere del presidente turco e dell’AKP mostra i mezzi a cui Erdoğan sta ricorrendo. “Chiediamo la democrazia in Turchia e l’abolizione del sistema presidenziale”, ha dichiarato Tufan. L’APM e il BDAJ chiedono inoltre ai decisori politici di assumere finalmente una posizione critica nei confronti del governo turco e di condannare le azioni contrarie al diritto internazionale.