Bolzano, Göttingen, Sarajevo, 11 dicembre 2023
In vista del vertice UE-Balcani occidentali del 13 dicembre a Bruxelles, l’Associazione per i popoli minacciati (APM) chiede ai capi di Stato e di governo dell’UE di intraprendere un’azione decisa contro le forze nazionaliste e autocratiche nei Balcani occidentali. Alla luce della grave situazione nei Paesi dei Balcani occidentali, l’UE deve dare prova di leadership e adottare misure concrete. In particolare, la situazione in Serbia, Bosnia-Erzegovina e Kosovo richiede un’attenzione urgente. Da qui, i burattini di Putin stanno cercando di destabilizzare l’intera regione. A lungo termine, il Cremlino vuole usare la situazione per danneggiare l’UE.
Il presidente serbo Aleksandar Vučić e Milorad Dodik, presidente della Republika Srpska bosniaca, sostengono apertamente Putin. In cambio, ricevono aiuti dalla Russia. Le elezioni parlamentari in Serbia si terranno il 17 dicembre. I media pro-Cremlino dominano il campo e i candidati democratici non hanno accesso. L’UE deve prendere una posizione chiara e chiedere condizioni eque per tutti i candidati politici. Inoltre, la dipendenza della Serbia dalla Russia e dalla Cina comporta rischi per la pace in Europa.
La situazione in Bosnia-Erzegovina rimane preoccupante. Le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo non vengono applicate, il genocidio e i crimini di guerra vengono negati e il Paese è diviso etnicamente. L’UE dovrebbe avviare immediatamente i colloqui di adesione con la Bosnia-Erzegovina per limitare il margine di manovra di autocrati come Dodik e per prevenire un’ulteriore destabilizzazione della regione. Solo come membro dell’UE e della NATO la Bosnia-Erzegovina potrà liberarsi dalla morsa delle forze etno-nazionaliste e dalle restrizioni che derivano dagli accordi di Dayton.
L’APM si appella all’UE affinché assuma una posizione chiara e decisa al prossimo vertice di Bruxelles, inviando così un segnale a favore della democrazia, dei diritti umani e della stabilità in Europa.