3–4 ottobre 2019, ore 18
c/o Biblioteca Culture del Mondo, via Macello 50, Bolzano
INGRESSO LIBERO
Giovedì 3 ottobre 2019, ore 18
Darên Bi Tenê (Dengbej, l’albero solitario) di Sêro Hindî – Rojava – 43′
Kurdistan, la culla della civilizzazione, la Mesopotamia, la terra fra i due fiumi. Crogiolo di nazioni, lingue, culture, resistenza. La ricca eredità culturale ed artistica che rappresenta l’identità di queste nazioni assomiglia ad un quadro composto dalle varie tradizioni. La musica, in particolare, tramandata di generazione in generazione per migliaia di anni racconta le leggende di resistenza, amore, dolori, nostalgia, eroismo e coraggio delle divinità-madre che hanno sempre protetto la forma artistica originale che risiede nelle canzoni popolari e che difende la loro stessa esistenza contro il saccheggio, l’occupazione e i massacri.
Sîka Çiya yê Kurmênc (L’ombra della montagna kurda) di Azad Evdike – Rojava – 21′
Il regista e fotografo di Serekaniye, è ad Afrin pochi giorni prima dell’attacco turco contro la città. E‘ venuto con una carovana di artisti per preparare una settimana di attività culturali che avrebbero dovuto celebrare la convivenza in pace delle tante nazioni, lingue e culture della città. La settimana artistica non si celebrerà mai. Azad vive e racconta in presa diretta le ore che precedono l’invasione dei turchi e dei loro alleati jihadisti e la fuga di decine di migliaia di persone costrette a lasciare le loro case per sfuggire al massacro degli occupanti.
Were Dengê Min (Segui la mia voce) di Hüseyin Karabey- Kurdistan – 95′
I dengbej (cantastorie kurdi) di un villaggio nel Kurdistan del nord raccontano la storia del dolore di Berfe che si prese cura di suo figlio Temo e di sua nipote Jiyan. Come molti villaggi kurdi negli anni ’90, anche quello di Berfe è costantemente minacciato dai militari turchi. In quegli anni i villaggi venivano bruciati, gli abitanti arrestati con false accuse, fatti sparire, o costretti a lasciare le loro case in fiamme.
Venerdì 4 ottobre, ore 18
Pace (Finestra) di Rezzam Bayram – Bakur Kurdistan – 7′
Due detenute in un carcere nel mezzo del deserto. Sono rinchiuse in celle di isolamento. Una è un’artista, l’altra una vecchia guerrigliera. Il film esplora la relazione tra queste due detenute, le loro speranze per il futuro.
Dibistan (Scuola) di Azad Evdike – Rojava – 5′
Riprende la scuola a Serekaniye, dopo che le unità kurde di difesa del popolo hanno liberato la città che era stata occupata dai miliziani del Fronte al-Nusra e da unità dell’Esercito Libero Siriano tra gennaio e luglio 2013.
Prenses Model (Abito da Sposa) di Dilan Engin – Bakur Kurdistan – 14′
I riti legati al matrimonio, radicati su accordi non verbali, rappresentano la percezione della società in generale. L’abito da sposa è parte simbolica di questi rituali. Il processo attraversato dall’abito da sposa può essere considerato l’incarnazione della formazione dell’identità della donna nella società.
My Paradise (Il mio Paradiso) di Ekrem Heydo – Germania/Rojava – 94′
A partire dall’inizio della cosiddetta Primavera Araba in Siria, nel 2011, una guerra civile ha scosso la città di Serekaniye (Rojava). Attraverso la storia di un gruppo di compagni di scuola ritratti in una foto di 25 anni prima, si racconta la storia della Rivoluzione in Siria. Abid, kurdo, era giornalista ed è stato assassinato durante i negoziati con i gruppi ribelli. Izzedin è entrato nell’Esercito Libero Siriano. Siyamed ha un’alta responsabilità politica nei nuovi territori autonomi in Siria. La diversità della regione è raccontata da Ara, fuggito in Armenia perché cristiano. Il film, oltre alla diversità culturale locale, ci mostra l’evoluzione e i conflitti nell’intera regione.
I film sono in lingua originale, sottotitolati in italiano.
Per informazioni: T. 0471.972240, info@gfbv.it.
L’iniziativa è realizzata con il contributo della Provincia autonoma di Bolzano, Cooperazione allo sviluppo, e in collaborazione con l’associazione Banos Film.